Penso di aver trovato la mia miscela perfetta per moka Bialetti. E non può essere un caso che si chiami Caffè Hue Hue. Io l’ho preso da Eataly a Roma, ma cercando sul sito dell’azienda c’è tutto su acquisti e degustazioni in giro per l’Italia.
I produttori di questo caffè, Terre Alte Huehuetenango, sono indigeni Maya riuniti in cooperative del Guatemala e la raccolta viene realizzata esclusivamente a mano. Ormai parliamo di un Presidio Slow Food e di un’occasione per aiutare popoli in difficoltà proteggendo una tipicità e sostenendo un’intera cultura.
Non è finita.
La torrefazione avviene a Torino, all’interno del carcere “Lorusso e Cutugno” e sono proprio i detenuti ad operare sotto il controllo di maestri della torrefazione italiana.
Un meraviglioso circolo virtuoso ed un grande progetto etico e sostenibile!
Oltretutto, oggi sono finalmente riuscita ad ottenere un signor caffè con la schiumetta. La napoletana qui presente, quella che non beve il caffè senza il bicchiere d’acqua affianco, si ritiene pienamente soddisfatta. Trovo bellissimo dire a qualcuno “…passa a prendere un caffè da me!”
Ricapitolando, con una comune moka Bialetti casalinga, scegliere la giusta miscela da conservare sempre ben chiusa anche in frigorifero e, almeno, sapere che anche l’acqua può fare la differenza. Purtroppo a Roma c’è un’acqua decisamente ricca di calcare e non è il massimo. A seguire, qualche passaggio molto basic:
– la caldaia va riempita d’acqua (fredda!) fino al livello della valvola di sicurezza;
– riempire il filtro con la miscela senza pressare e senza lesinare sulla quantità, bisogna formare la “montagnella”;
– chiudere bene la moka e porla su fiamma bassissima;
– aprire il coperchio appena il caffè comincia ad uscire;
– togliere la caffettiera dal fuoco un attimo prima che il caffè esca del tutto, la parte finale può solo comprometterne l’intensità ed il gusto;
Godetevelo immediatamente, caldissimo, da soli o in buona compagnia.