La vite in molti casi è necessaria: rispetto al chiodo, infatti, la vite consente una unione temporanea ed a maggior tenuta. Se non si è usata colla, le parti possono essere montate e smontate più volte e avranno sempre maggior tenuta che con i chiodi.
Anche qui è necessario sapere alcune regole per un uso corretto. Come per i chiodi, la lunghezza delle viti è importante: non deve essere inferiore, se le assi da unire sono uguali, ai due terzi della somma del loro spessore, e non deve essere ovviamente tanto lunga da arrivare quasi a fuoriuscire.
Le viti per legno sono normali o autofilettanti – queste ultime sono necessarie per applicazioni su truciolari e compensati.
Normalmente sul legno si usano viti a testa piatta o fresata, adatta cioè a penetrare fino a non sporgere. Tranne che in casi di lavoro su legno tenero ed in posizione favorevole è opportuno praticare un foro d’invito, il quale può essere fatto con un succhiello, un trapano o magari semplicemente con un chiodo fatto penetrare di qualche millimetro, a seconda delle esigenze estetiche o della durezza del legno; nel caso ultimo è necessario eseguire il foro d’invito con il trapano ed una punta di diametro pari a circa la metà di quella della vite, altrimenti quest’ultima si potrebbe spezzare sotto lo sforzo.
In qualche caso l’uso di sapone asciutto o una goccia di olio favorisce molto l’avvitatura.