Antilia è il locale di un mio amico a Trastevere che ormai da un po’ di tempo è diventato il mio covo per sedute sfogo di psicoterapia. Christian, il mio amico, è una sorta di analista stregone che con una semplice pozione magica ha il dono di rispedirti a casa con il sorriso stampato sulla faccia: due spritz, una valanga di noccioline e uno sgabello. E l’altro giorno ero proprio appollaiata su uno dei suoi sgabelli, col suo faccione sempre allegro davanti, mentre mi sfogavo sulle difficoltà odierne dell’essere single.
Ma ci avete mai pensato a quanto la nuova tecnologia abbia complicato qualsiasi tipo di approccio tra un uomo e una donna? Voglio dire, prima esisteva il telefono, dotato di due uniche funzioni: gli sms e le telefonate. Gli sms si usavano per comunicazioni brevi e coincise: “mi manchi”, “ti amo” quando proprio eravamo fortunate, “ti lascio” quando già aveva un’altra e non voleva dilungarsi in spiegazioni al riguardo. Gli sms erano così complicati da scrivere senza T9 che quando dovevi mandare un messaggio ti dovevi prendere mezza giornata di permesso a lavoro e così gli uomini, anche solo per non essere licenziati, erano incentivati a passare alla conversazione telefonica. Era semplice. Primo approccio: ci scambiamo il numero; secondo approccio di durata variabile, ma pur sempre breve: qualche sms; ma poi per vedersi, uscire, incontrarsi ci si chiamava, o meglio lui ti chiamava!
Ora invece, a causa dell’iphone, c’è whatsapp, messenger facebook, e per le più addentro alla vita da single (spero di non doverlo scoprire mai!) ci sono anche viber, skype, e non so quante altre chat. E’ tutto più complicato. Quando squilla il telefono, per una come me che ovviamente ha la stessa suoneria per ogni cosa, si entra nel panico. Devo ogni volta spizzarmi tutte le applicazioni della prima schermata, salvo scoprire poi che è una mail del mio capo. Ma il peggio è quando uso whatsapp, di cui ammetto farne un uso sconsiderato, e messenger facebook, spesso anche in contemporanea.
Non più di qualche giorno fa sono riuscita a mandare delle foto ad un ragazzo che mi piaceva, piuttosto che ad un mio amico che me le aveva chieste. Perché il mio amico me le aveva richieste su facebook, io ho letto il messaggio su pc, ma avevo le foto sull’iphone e così, convinta che fosse anche lì l’ultima chat aperta, ho mandato delle foto orrende di me abbracciata al mio amico al tizio che mi piaceva. Voi capite bene che il tipo ovviamente mi ha preso per una psicopatica ambulante dileguandosi giustamente nel nulla e che io sono dovuta correre dal Christian per psicoanalizzare l’accaduto. Ma questo non è il peggio mi sia successo, perché una volta, sempre su whatsapp sono riuscita a dare appuntamento ad uno invece che ad un altro. Quando sono arrivata al locale dell’incontro mi sono sentita dire alle spalle “ah Morezzi, ammazza che acchitto!” Per fortuna, l’omonimo a cui avevo dato appuntamento era un mio amico e così il tutto si è risolto con un’altra bevuta da Christian e con quell’altro che pure si è dileguato nel nulla. Io ho provato a spiegargli che il mio nuovo status di single è così recente da farmi fare questi piccoli errori, ma lui mi ha risposto che appunto è giusto che ci rimanga un altro po’, così da non doverli più commettere col prossimo. E nell’urlarlo è stato però gentile ad usare la parola “single” al posto di “zitella svampita”. Ho apprezzato molto.
Niente da fare, la tecnologia mi rema contro. O forse sono semplicemente io che mi remo contro da sola. Fatto sta, che l’altro giorno per riempire questo vuoto cosmico di flirt mi sono buttata nello shopping compulsivo ed il risultato è stato un caloroso abbraccio da parte di uno sconosciuto! Non sto scherzando. Ero proprio nel bel mezzo del mio sfogo sugli uomini che ormai non chiamano più, ma mandano solo whatsappate e poi nemmeno ti chiedono di uscire (io questa non me la spiego proprio), che ad un certo punto mi sento stretta alle spalle da due braccia giganti. Christian scoppia a ridere, io mi giro per capire cosa stesse succedendo e un tizio dalle braccia giganti in inglese mi fa capire che non avrebbe potuto farne a meno perché la mia maglietta era un’evidente richiesta d’affetto!
Bè, la mia maglietta è questa (me la sono fatta fotografare per voi) e il suo immediato acquisto è il mio primo consiglio della giornata in caso vi sentiate un po’ giù di morale, o è un periodo che non ricevete un abbraccio caloroso come si deve. Magari non incontrerete un altro pazzo che si slanci in abbracci come quello che ho trovato io, ma sono certa che anche quello di mickie mouse vi fare sentire già più coccolate.
Il secondo consiglio, invece, è quello culinario, ossia la pozione magica della felicità del mio amico Christian…
Lo SPRITZ a modo suo!
3 once di VINO BIANCO
1 oncia e 1/2 di APEROL
1/2 oncia di SODA
1 fetta spessa di ARANCIA
oppure
6/10 di VINO BIANCO
3/10 di APEROL
1/10 di SODA
1 fetta spessa di ARANCIA