Nel mese di gennaio e, in parte, in febbraio, a causa del tempo quasi sempre inclemente o instabile, del clima troppo rigido o piovoso, risulta assai improbabile fare dei lavori nell’orto. Ti consiglio, però, di approfittare eventualmente di qualche giornata favorevole, per iniziare ad approntare il letto di semina necessario in marzo, mese eccellente per le sementi e le piantagioni.
Forse non a tutti è noto che nel terreno ci sono due strati interessanti per l’orticoltore: lo strato attivo e lo strato inerte. Lo strato attivo è quello dove, sia i semi che le piante, traggono il loro nutrimento. Ad esso vanno rivolte le nostre particolari e assidue cure. Il secondo, lo strato inerte, è destinato in genere a restare inutilizzato, fino a quando l’orticoltore non decida che lo strato attivo sia da sostituire, perchè troppo sfruttato. In questo caso lo strato inerte comincia s subire rivolgimenti e rimescolamenti. Nella guida sarà preso in considerazione lo strato attivo, in vista della preparazione del letto di semina.
I primi interventi da farsi sono la zappatura-vangatura profonda e la letamazione. Dissoda con la zappa, a normale profondità, lo strato attivo, ma ricordati che il lavoro non termina qui. Con la zappatura infatti potrai arrivare solo ad una profondità di 20 centimetri, insufficiente per colture che spingono il loro apparato radicale in profondità. Se consideri solo la bietola da costa, saprai che le sue radici, ad esempio, raggiungono una profondità di 30 centimetri. E’ dunque necessaria, che tu faccia successivamente una vangatura profonda, capace cioè di raggiungere i 30-35 centimetri di profondità.
Con la vanga comune “affetta”, poco per volta, il terreno, cercando di raggiungere grossomodo lo strato inerte e offrire alle radici delle piantine uno spazio maggiore per estendersi e per nutrirsi. Questa operazione prevede il sollevamento di zolle di terreno, che depositerai all’imboccatura delle “buche scatolate”. E’ un lavoro molto faticoso che non puoi fare con la motozappa per vari motivi. “Taglia” il terreno quando è “in tempra”, cioè quando non è troppo secco, né troppo bagnato. Il gelo e la pioggia sbricioleranno poi le zolle che avrai portato su, e al momento della preparazione del letto di semina, troverai in superficie il terreno dissodato già particolarmente affinato.
Giunto in prossimità dello strato inerte, rimuovilo alquanto facendo uso della forca comune a 4 denti, in maniera da renderlo soffice alla penetrazioni delle radici, dell’aria e dell’acqua. Una volto rimosso, devi pensare alla letamazione. Sarà proprio la vangatura, profonda e “scatolata”, a darti l’occasione d’introdurre i fertilizzanti organici o gli ammendanti. Con la forca a tre denti, o con la pala, prendi il letame (la quantità sarebbe di 8-10 chilogrammi per metroquadrato) e calalo nelle fosse che hai fatto. Sempre col forcone, rivoltalo insieme a un po’ di terra. Il migliore letame, come ben saprai, è quello di cavallo, ma anche quello di bovino o di ovino andranno bene. Se ritieni opportuno, puoi fare uso di altri ammendanti, come la sabbia (anche 10-15 mc ogni 1000mq) o la torba.
Ti consiglio di usare la sabbia (di grossa granulometria), nel caso in cui il terreno del tuo orto sia argilloso. Così facendo, ne potrai ridurre la pesantezza, migliorarne lo sgrondo, evitare i fenomeni di ristagno. Tieni presente che la torba invece è indicata più nei terreni sciolti, poveri, sabbiosi perchè ne migliora la fertilità, il contenuto in sostanza organica e la capacità di ritenzione idrica.
Una volta terminato il lavoro di concimazione, ricopri le varie buche con il terreno che hai depositato ai lati. Alla fine rastrella più che puoi e assesta il terreno, battendo col dorso dello stesso rastrello. Una lieve innaffiatura e il letto profondo di semina è pronto. Un letto di semina, lavorato in questa maniera, può darti produzioni triple, conservando per più anni la sofficità.