Risulta essere noto che le gemme possono avere qualsiasi colore dello spettro del visibile. Ma non tutti sanno che pietre che appartengono ad una stessa specie mineralogica possono avere colori completamente differenti. In italiano, per esempio, viene usata la parola zaffiro solo per indicare la varietà di colore blu del corindone, in tutto il mondo invece si usa la parola sapphire accompagnata dai differenti colori per indicare le diverse varietà di corindone. Altri esempi di varietà appartenenti ad una stessa specie o gruppo mineralogico possono essere tormaline, granati, quarzi, topazi.
Risulta essere opportuno conoscere in maniera più approfondita la gemma che si vuole comprare e non orientarsi solo in base al colore, perché si potrebbe incorrere in truffe poco piacevoli. Spesso si confonde l’acquamarina con il topazio, gemme che possono avere lo stesso colore, ma con un valore completamente differente. Attenzione ai nomi che portano a confusione come “topazio citrino”, unione di “topazio” e “quarzo citrino”, due pietre di natura completamente diversa. Non sarebbe la prima volta soprattutto durante i viaggi esotici, incontrare persone che vendono con il nome di topazio citrino dei quarzi citrini che non hanno nulla a che vedere con il ben più pregiato topazio.
Il colore è una delle caratteristiche più importanti per qualsiasi gemma. Il tono di colore, la corrispondente saturazione e la luminosità definiscono il colore di una gemma.
Di sicuro la preferenza per un colore piuttosto che un altro è puramente personale, ma ai fini di una valutazione le pietre preziose più ricercate, quali rubino, zaffiro e smeraldo, hanno le seguenti caratteristiche, luminose, con colori vivaci (saturi), con un tono medio (non troppo scure). Se prendiamo come riferimento uno smeraldo, questo può essere più o meno pregiato in base alla saturazione di verde che è presente. Il mercato dice che il colore verde “erba” è quello maggiormente apprezzato.
Se il colore diventa troppo scuro, per alcuni tipi di gemme potrebbe essere un difetto, ma per altre no.
Le gemme presentano effetti legati principalmente a fenomeni di rifrazione, riflessione, diffrazione e interferenza della luce. E’ bene quindi osservare il colore della gemma a cui si è interessati sotto diverse sorgenti luminose, è consigliabile ad esempio guardarla sotto la sorgente di luce nella quale verrà indossata maggiormente. Alcuni fenomeni creano sulla pietra “strani” effetti di luce. Per esempio l’alessandrite varia il colore col variare della sorgente luminosa da verde a rossa (cangianza o metamerismo); altre pietre, come il crisoberillo, occhio di gatto, mostrano una luminosità oscillante a forma di banda causata dalla riflessione della luce su inclusioni sottili isoorientate. L’effetto “gatteggiamento” si osserva su pietre tagliate a cabochon. Un effetto chiamato simpaticamente “arlecchinamento” e più scientificamente “gioco di colori”, causato dalla presenza di chiazze di differenti colori, i quali variano a seconda dell’orientamento della pietra rispetto alla sorgente di luce (vedi opale arlecchino). Altri effetti ottici conosciuti sono: l’asterismo, adularescenza, avventurinamento e opalescenza.
Fino ad ora ci siamo soffermati su fattori “esterni” alle pietre; ora invece entriamo nel loro magico mondo. Un fattore molto importante da tenere in considerazione quando si è interessati a comprare una gemma è la sua limpidezza. In generale più una gemma è “pura” più alto è il suo valore; con la parola “pura” si intende una pietra priva di inclusioni al suo interno.
Il fatto stesso, però, che le pietre si formino all’interno della terra, implica che abbiano al loro interno la storia della loro formazione e, per alcune, i segni del “viaggio” che hanno fatto per raggiungerci. In ogni gemma è scritta l’affascinante storia del nostro pianeta, dell’ambiente in cui si è formata e l’opera del l’uomo per valorizzarne le caratteristiche e le recondite proprietà tramite un sapiente taglio.
In generale le gemme più apprezzate sul mercato sono quelle con al loro interno meno inclusioni possibili e se sono presenti, queste devono essere molto piccole; allo stesso tempo però abbiamo detto nel precedente capitolo, che proprio le inclusioni sono la causa di alcuni fenomeni ottici; quindi quando si vuole comprare una gemma si deve sempre stare attenti a quali siamo i fattori da considerare per capirne il suo vero e giusto valore. Per i diamanti per esempio si ha una scala di riferimento per la limpidezza.
Molti possono pensare che le inclusioni all’interno delle gemme siano la causa del loro deprezzamento, ma abbiamo visto che non sempre è così, dipende sempre della gemma di cui si sta parlando.
Anche perché il più delle volte, soprattutto per quanto riguarda il mondo delle gemme di colore, le inclusioni sono molto utili ai gemmologi, per capire l’origine della gemma e capire quali modificazioni essa può aver subito lungo il suo lungo viaggio all’interno della terra, o i trattamenti dopo essere stata tra le mani degli uomini.
Alcune gemme posso avere rare inclusioni, e diventare così pezzi unici, interessanti soprattutto per chi colleziona gemme e minerali.
Alcuni esempi di gemme con inclusioni interessanti: le ambre che al loro interno possono contenere insetti di milioni di anni fa, gli smeraldi le cui inclusioni trifasiche caratteristiche, possono indicare una possibile provenienza Colombiana, gli aghi di rutilo o di bohemite all’interno dei rubini, che possono fornire indicazioni su una provenienza piuttosto che un’altra e così via per molte altre gemme di colore.